“L’incontro di oggi deve stabilire uno spartiacque e interrompere la farsa che dura da 10 anni, un tempo lunghissimo per un processo industriale. La situazione è drammatica, di non ritorno. Acciaierie d’Italia ha i giorni contati. Le 145 aziende dell’appalto ferme, 2mila lavoratori coinvolti, è solo un pezzo. Certo, un pezzo importantissimo che ci ha fatto accelerare ed essere qui oggi, ma che si aggiunge ai 2.500 in cassa integrazione unilaterale iniziata da marzo e ai 1.700 di Ilva in Amministrazione straordinaria. A marzo l’azienda aveva stabilito investimenti e tempi per la risalita produttiva. Si doveva risalire a 5,7 milioni di tonnellate nel 2022, siamo a poco più di 3 milioni di tonnellate. Insomma, continuiamo a non produrre disattendendo gli impegni assunti”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, all’incontro con il Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, e la Ministra del Lavoro, Marina Calderone per la vertenza ex Ilva.
“Ma come può andare avanti il sito di Taranto con 2 altiforni e quasi tutti gli impianti di finitura fermi? – esorta Palombella – La soluzione non è il miliardo, il miliardo va finalizzato. Il Governo deve fare un atto di coraggio e trovare il modo di nazionalizzare o diventare socio di maggioranza. Solo così si può salvare la produzione di acciaio italiana. Costi quel che costi. Questo sarebbe un investimento, l’unico modo per iniziare una fase nuova, ma va fatto oggi, subito, e non domani”.
“Le segreterie di Fim Fiom Uilm nazionali annunciano 4 ore di sciopero per lunedì in tutto il gruppo. Intanto a Taranto inizia una forte mobilitazione dei lavoratori che sono stremati e disperati – conclude – l’ex Ilva ha i giorni contati, lo Stato prenda atto di questa situazione e agisca urgentemente”.
Ufficio Stampa Uilm