“Siamo passati dai licenziamenti per email dei lavoratori della GKN di Firenze a quelli per whatsapp della Gianetti Ruote di Monza-Brianza a quelli in videoconferenza della Wartsila. È vergognoso che in un Paese civile 451 lavoratori vengano licenziati in questo modo: senza preavviso, senza motivo e senza uno straccio di piano industriale”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, dal palco della manifestazione a Trieste in difesa dei lavoratori dell’azienda finlandese.
“Siamo qui per dire NO – spiega Palombella – all’inaccettabile procedura di licenziamento avviata dalla multinazionale che nonostante le nostre richieste di chiarimento, ha negato costantemente la possibilità di cessare la produzione a Trieste”.
“I finlandesi di Wartsila – aggiunge – negli ultimi sei anni hanno ricevuto dall’Italia ben 60 milioni di finanziamenti pubblici che gli hanno permesso di rendere il sito produttivo di Trieste tra i più moderni e competitivi al mondo. Senza il cuore produttivo non ci sarà futuro per le attività di servizi, ricerca e sviluppo triestine e per i service di Genova, Napoli e Taranto. A rischio, quindi, è l’intero Gruppo in Italia e tutto l’indotto, complessivamente 1.500 lavoratori”.
“Noi oggi difendiamo una fabbrica sana – dice ancora il leader dei metalmeccanici della Uil – strategica per questo territorio e per tutto il Paese. Il Governo deve prendere provvedimenti seri nei confronti dei finlendesi, mettendo in campo ogni azione per tutelare occupazione e futuro produttivo”.
“Il Ministro Giorgetti – aggiunge – la settimana prima dell’avvio della procedura eri in Finlandia, era stato informato? I lavoratori devono sapere la verità! E poi il decreto anti delocalizzazioni non doveva evitare queste situazioni? Dai politici non vogliamo né visite di facciata né stucchevoli passerelle o attestati di solidarietà. Vogliamo rispetto e impegni precisi e seri che garantiscano adesso la continuità produttiva e l’occupazione”.
“All’incontro del 7 settembre al Mise – conclude Palombella – chiederemo risposte concrete per i lavoratori e il rilancio del settore industriale di Trieste. Noi non ci fermeremo, la nostra lotta continuerà”.