“I modi e i tempi scelti dalla Unione Europea per il passaggio esclusivo all’elettrico suscitano molti dubbi, ma temo che non ci sia più spazio per ripensamenti significativi. In ogni caso, quel che occorre ora è agire tempestivamente per sostenere l’industria automotive nel processo di transizione”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, a margine della riunione organizzata con le rappresentanze sociali e datoriali dalla On. Claudia Porchietto e dal Presidente On. Antonio Tajani presso la sede dei gruppi parlamentari di Forza Italia.
“Abbiamo più volte richiamato l’attenzione – spiega Ficco – sul fatto che il passaggio alla trazione elettrica purtroppo presenta elementi di forte criticità. Innanzitutto alcuni aspetti ambientali, come quelli legati alla estrazione delle materie prime e allo smaltimento delle batterie, sono a dir poco problematici; in secondo luogo i costi di una vettura elettrica sono sensibilmente più alti e quindi fuori dalla portata di moltissimi consumatori; dal punto di vista occupazionale poi, perfino a parità di vetture prodotte, il passaggio all’elettrico si stima che produrrà la perdita di circa il 30% dei posti di lavoro, vale a dire di molte decine di migliaia; infine si porranno problemi di know how e di approvvigionamento che potrebbero esporre l’industria europea ad una delicata dipendenza dall’Asia. Ora però si pone un altro problema: una volta effettuata la scelta, nel bene e nel male, del passaggio all’elettrico da parte della UE, occorre mettere l’industria italiana in condizione di competere con quella degli altri Stati europei e di affrontare la transizione. In caso contrario, i concorrenti stranieri, che già si stanno attrezzando, si impadroniranno delle nostre quote di mercato e per l’Italia sarà un disastro”.
“Con Stellantis – prosegue Ficco – come sindacato stiamo raggiungendo accordi che prevedono la assegnazione di vetture elettriche alle fabbriche Italiane, giacché Stellantis prevede addirittura di anticipare al 2030 la data di passaggio al full electric. Da ultimo abbiamo finalmente visto concretizzarsi l’intesa fra Governo e Stellantis sulla creazione di una gigafactory a Termoli, obiettivo per cui abbiamo premuto molto. Ma ci attendono tempi difficili anche e soprattutto nella filiera della componentistica. Abbiamo bisogno di fondi per le riconversioni industriali e di strumenti per affrontare i problemi occupazionali. Abbiamo grandi fabbriche, come ad esempio la Bosch di Bari, che fanno parte della filiera del motore endotermico ed hanno bisogno di nuove missioni produttive per non chiudere”.
“Infine chiediamo la creazione – conclude Ficco – di una Agenzia degli approvvigionamenti, perché il primo problema che dobbiamo superare è quello delle forniture, sempre più precarie in un mondo scosso da temibili tensioni internazionali. Oggi la produzione di auto è spesso ferma a causa della carenza di microchip; domani la problematica potrebbe estendersi ad altri materiali o componenti. L’Italia deve focalizzare le proprie necessità, per riorganizzare di conseguenza le proprie catene produttive e di approvvigionamento, non solo nel settore automotive”.
Ufficio Stampa Uilm