“In questo territorio lavorano 100mila metalmeccanici in un tessuto fatto per lo più da piccole o piccolissime imprese. In particolare, la siderurgia sta vivendo delle difficoltà nel reperimento di materie prime e a causa del caro energia. Dopo la pandemia, la guerra della Russa in Ucraina è stata dirompente per la nostra economia, per questo abbiamo chiesto ai Governi di tutto il Mondo un’azione diplomatica forte che porti nel più breve tempo possibile a un cessate il fuoco”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Questa crisi – spiega – sta portando alla riduzione dei turni di lavoro, sebbene le aziende stiano ancora resistendo. Nel bresciano la produzione di acciaio è di circa 5 milioni di tonnellate annue. Tuttavia, dobbiamo vigilare e compiere ogni azione necessaria affinché tutto rientri ai ritmi sperati”.
“Le aziende del settore auto – dice il leader dei metalmeccanici della Uil – e in particolare quelle che si occupano di componentistica, sono le più provate dalla transizione ecologica annunciata. Qui nel bresciano non hanno ancora fatto ricorso alla cassa integrazione, ma se questa fase non sarà opportunamente gestita e programmata dal nostro Governo, il rischio di perdere posti di lavoro sarà elevato. Purtroppo, il ministro dello Sviluppo economico tende a escluderci dalle discussioni ed è sordo alle nostre richieste di incontro ormai da mesi”.
“Sono 18mila i lavoratori che potrebbero soffrire per effetto della transizione ecologica solo in questo territorio. Noi – aggiunge Palombella – faremo il possibile e saremo sempre al fianco dei lavoratori per difendere i posti di lavoro”.