“L’Italia è il primo Paese in Europa per il maggior numero di imprese artigiane con un fatturato totale pari al 9% del Pil nazionale. Nel settore metalmeccanico l’artigianato interessa 500mila lavoratori e 130mila imprese. Uno dei comparti più importanti è quello dell’auto, con 185mila addetti e 77mila imprese per un fatturato annuo di circa 14 miliardi di euro. Numeri che da soli danno l’idea dell’enorme patrimonio che abbiamo a disposizione”. Così Rocco Palombella all’assemblea nazionale dei delegati artigiani che si è svolta oggi a Bologna.
“E proprio la filiera dell’auto – continua il leader della Uilm – è quella che sta subendo in questo momento la mancanza di semiconduttori e che subirà, probabilmente, gli effetti della transizione ecologica se non verrà gestita bene dal Governo italiano”.
“L’artigianato – aggiunge – è il motore del futuro produttivo del nostro Paese, va salvaguardato e valorizzato così come abbiamo fatto con il rinnovo del CCNL del 17 dicembre 2021, che riguarda proprio 500mila lavoratori e 120mila imprese. Tra i punti principali, sulla scia del contratto Federmeccanica-Assistal, l’incremento salariale sui minimi del 5% pari a 70 euro che sarà pagato in tre tranches, la riforma dell’inquadramento professionale e le otto ore di formazione continua”.
“Il contratto appena rinnovato – sottolinea Palombella – scadrà a dicembre 2022, per questo contiamo entro giugno di presentare la nuova piattaforma. Bisogna dare continuità al negoziato, per diminuire il gap salariale rispetto al contratto Federmeccanica-Assistal e invertire la tendenza”.
“Negli ultimi dieci anni, in Italia sono state chiuse 170mila imprese artigiane e il Covid ha aggravato una situazione già complicata. L’artigianato rappresenta l’anima del made in Italy, la storia e la cultura del nostro Paese, lo stile che il mondo ci invidia. Il contratto è il primo tassello per la sua tutela”, conclude.
Ufficio Stampa Uilm