È stato concordato oggi con FCA l’utilizzo della cassa integrazione guadagni appena varata dal Governo nel Decreto Cura Italia, per fronteggiare la emergenza Covid-19.
La maggioranza delle fabbriche di FCA ha difatti sospeso la produzione a causa dell’emergenza Covid-19 e dei conseguenti cali di mercato. In tutta Europa le multinazionali dell’auto stanno fermando le produzioni.
In FCA è quindi necessario per assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori in sospensione o in regime ridotto, sia per garantire i cambiamenti alla organizzazione del lavoro necessari alla applicazione delle misure sanitarie, sia per fronteggiare i suddetti cali di mercato la cassa integrazione con la causale “emergenza Covid-19”. Il ricorso alla cassa integrazione non è peraltro escluso nemmeno negli enti di staff, anch’essi inevitabilmente coinvolti dalla situazione straordinaria.
Nelle prossime ore presso le singole unità produttive saranno svolte le procedure di consultazione sindacale nei modi previsti dal Decreto governativo, mentre nelle unità che restano aperte si procederà con la applicazione di tutte le possibili misure sanitarie richieste dal Protocollo fra Governo e Parti sociali con un confronto continuo fra Direzioni aziendali e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, quali mantenimento delle distanze minime di un metro fra le postazioni, DPI, igienizzazioni, smart working, revisione delle pause collettive.
Le organizzazioni sindacali restano impegnate a cercare di garantire il diritto alla salute e al lavoro, due diritti fondamentali che oggi più che mai vanno salvaguardati durante un’emergenza che si sta rivelando un dramma sanitario. I risvolti economici senza precedenti non sono ad oggi prevedibili, per questo siamo impegnati oltre che al contenimento del diffondersi del virus, anche nell’impedire che i lavoratori subiscano conseguenze occupazionali e salariali. Per queste ragioni in questi giorni abbiamo chiesto e ottenuto la cassa “speciale” ma sono necessari ulteriori e efficaci interventi da parte dello Stato e delle autorità europee per sostenere lo sforzo dei lavoratori”.
Roma, 18 marzo 2020
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