1 – PREMESSA
La vertenza SIRTI, con i suoi potenziali 833 esuberi (su 3.692 addetti) distribuiti lungo l’intero territorio nazionale, per le dinamiche dirompenti con cui è stata avviata (procedura di licenziamento collettivo) ha di fatto disorientato le altre aziende del settore, con il rischio di un effetto domino che potrebbe diffondersi a seconda delle soluzioni che si andranno ad individuare a valle.
Un settore, quello delle TLC, da tempo impattato da forti tensioni dovute all’innovazione tecnologica (progressiva riduzione della rete rame), metodologie di assegnazione delle gare (massimo ribasso), proliferazione delle aziende partecipanti a gare.
Il tutto collocato in uno scenario di forte riduzione degli investimenti stanziati da parte dei maggiori committenti operanti nel settore, per il triennio 2019-2021.
Pertanto, FIM-FIOM-UILM hanno da tempo sollecitato la creazione di un tavolo permanente del settore della TLC presso il Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di analizzarne le problematiche e congiuntamente individuarne le soluzioni.
2 – COINVOLGIMENTO DELLE PARTI
Un tavolo costituito dal MISE, da FIM-FIOM-UILM e da Assistal (associazione delle imprese d’installazione d’impianti), che veda il coinvolgimento delle società a partecipazione pubblica (Open Fiber e Infratel) e sopratutto di TIM, principale committente delle aziende operanti nel settore.
3 – MAPPATURA
Essenziale la realizzazione di una mappatura delle aziende e dei lavoratori oggi operanti all’interno del settore, condividendo le banche dati dei soggetti costituendi il tavolo di settore.
4 – QUALI PROSPETTIVE PER IL SETTORE
E’ necessaria un’analisi congiunta, con il contributo di tutti gli attori presenti al tavolo, per comprendere le tendenze e le prospettive del settore a breve-medio termine.
In particolare, va approfondita e sottoposta a governo la progressiva dismissione della “rete rame” in luogo della fibra ottica, nonché l’implementazione della cosiddetta Banda larga.
Conseguentemente, si capiranno le ricadute circa il fabbisogno occupazionale che la suddetta implementazione tecnologica potrà comportare e sarà possibile individuare gli strumenti più idonei per il governo di questa fase di passaggio.
5 – RICONVERSIONE E RINGIOVANIMENTO
Sarà necessario un piano straordinario di ammortizzatori sociali, non solo per accompagnare le fuoriuscite del personale longevo – oltre a quota 100 potremmo avere beneficio se si riaprono i termini per i lavoratori esposti all’amianto, per i lavori usuranti e infine per i cosiddetti lavoratori precoci – ma soprattutto per favorire la riconversione professionale e il ringiovanimento del personale da avviare alle nuove tecnologie, anche informatiche, richieste dal mercato e dai committenti.
6 – CODICE DEGLI APPALTI E MASSIMO RIBASSO
L’assegnazione delle gare è oramai orientata quasi esclusivamente al criterio del “massimo ribasso”, con conseguente forte penalizzazione delle imprese più grandi, strutturate e distribuite sul territorio, rispettose della contrattazione (collettiva ed integrativa) e delle norme in materia di salute e sicurezza.
Il criterio della minore offerta, quindi, favorisce direttamente le piccole imprese (prive di una struttura organizzata e spesso di una tutela contrattuale adeguata) con conseguente diniego delle tutele minime che dovrebbero essere garantite ai propri lavoratori (in termini di orari e condizioni di salubrità).
Pertanto, occorre ridefinire i criteri di ammissione alle gare, in modo da selezionare le imprese aggiudicatarie sulla scorta di requisiti “etici” che tengano in considerazione il rispetto delle tutele previste dalla contrattazione collettiva (almeno nazionale) oltre che per la salute e la sicurezza della manodopera.
Occorre, altresì, riprendere e aggiornare l’elaborazione inerente il “codice degli appalti”, limitando l’utilizzo della pratica del sub-appalto (riduzione della % ammessa) e vincolando le imprese sub-appaltatrici al rispetto dei requisiti etici sopra richiamati.
7 – IL RUOLO DEI MAGGIORI COMMITTENTI
Quanto sopra non può essere realizzato senza il coinvolgimento diretto delle società a partecipazione pubblica operanti nel settore (Infratel e Open Fiber) e dei principali committenti privati, tra cui TIM.
E’ necessario che i principali committenti dispieghino le proprie forze al servizio di un piano industriale per il Paese, accompagnando e favorendo tanto il processo di innovazione tecnologica quanto la necessaria transizione, assicurando investimenti qualitativamente e quantitativamente adeguati.
8 – LA FUNZIONE DEL GOVERNO
Al Governo, in specifico al MiSE, spetta il compito di promuovere la creazione del tavolo di settore, nonché di dirigere il confronto finalizzato alla realizzazione di un’intesa urgente che punti alla salvaguardia e allo sviluppo di un settore strategico per il Paese, come quello delle TLC.
Fim, Fiom, Uilm nazionali
Roma, 8 marzo 2019