Si è svolto ieri 15 gennaio 2019 a Milano, presso la sede di Assolombarda, l’incontro chiesto dal Coordinamento nazionale di Alstom con la Direzione italiana per una discussione sul progetto di fusione di Alstom e di Siemens Mobility anche alla luce del confronto che si è realizzato con la Commissione europea. All’incontro – viste le possibili ripercussioni anche sulle attività di manutenzione – ha partecipato una delegazione di RSU di Alstom Service Italia.
Come è noto, l’Autorità antitrust europea, anche su sollecitazione degli Enti Antitrust di Belgio, Olanda, Regno Unito, Spagna e – secondo indiscrezioni di stampa – anche da parte di quello tedesco, per autorizzare la fusione, ha chiesto alle due Società di cedere a non meglio precisati concorrenti alcune attività nel settore del Segnalamento e nel settore dei treni ad Alta velocità.
A fronte delle richieste della Commissione, le due Società hanno proposto di cedere alcune attività (i cosiddetti rimedi):
- per quanto riguarda il Segnalamento di Alstom hanno proposto la cessione delle attività di ETCS e di Interlocking in Spagna, Grecia, Danimarca, Romania e Croazia. Queste cessioni hanno ripercussioni sugli organici italiani in una misura stimata dalla Direzione tra 20 e 30 addetti, cioè le persone che con competenze e responsabilità specifiche collaborano a questi progetti in quei Paesi.
La logica della cessione delle attività e delle persone – ha spiegato la Direzione italiana – è quella di permettere all’azienda concorrente che acquisirà queste attività di portarle a compimento senza difficoltà.
- per quanto riguarda l’Alta velocità, le due Società hanno proposto di cedere il Velaro, il treno ad alta velocità di Siemens o – in alternativa – il Pendolino, treno nato e prodotto a Savigliano. In questi casi la cessione riguarderebbe l’intera famiglia di prodotto comprese le attività di manutenzione. Ovviamente, l’ipotesi di cessione delle attività del Pendolino, avrebbe impatti negativi per le attività italiane a partire della progettazione (che sta sviluppando la nuova versione, lo Smart Pendolino), e alla produzione che sta consegnando il pendolino evo, fino alle attività di manutenzione che vengono svolte a Nola, Roma San Lorenzo e a Venezia.
Alle domande su questo aspetto specifico, la Direzione italiana ha riportato che la Commissione europea avrebbe affermato che la cessione del Pendolino non sarebbe un rimedio adeguato alla richiesta formulata.
Tuttavia, non si può ancora escludere con certezza la cessione delle attività Pendolino.
Inoltre, la Direzione aziendale ha dichiarato che le persone impattate saranno individuate con il criterio dell’assegnazione ai progetti da cedere nella misura almeno del 50% della propria attività. Ha altresì dichiarato di aver svolto alcune attività preparatorie in vista di questo progetto, ma ha anche aggiunto che i rimedi per essere validi e quindi applicati debbono comunque trovare concretamente un acquirente e anche avere il benestare dei clienti.
Ci troviamo quindi in una situazione di incertezza che durerà fino a quando la Commissione europea si esprimerà sulla fusione, parere che comunque dovrà essere formalizzato entro il 18 febbraio 2019. In questa situazione le Organizzazioni sindacali e il Coordinamento nazionale hanno deciso di:
- svolgere assemblee in tutte le sedi di Alstom per spiegare la situazione e le preoccupazioni che riguardano sia i lavoratori interessati alle cessioni che quelli che rimarranno nella nuova Società poiché in prospettiva si attraverserà una riorganizzazione delle attività;
- chiedere un incontro urgente presso il Ministero dello Sviluppo Economico per un confronto sulle politiche industriali conseguenti alle possibili decisioni della Commissione per autorizzare la fusione, ma anche per prepararsi agli effetti della riorganizzazione che la nuova Società predisporrà.
Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali
Il Coordinamento sindacale Alstom Ferroviaria
Roma, 16 gennaio 2019