Contratto, parti distanti ma accordo in vista

 

 

 

 

 

 

 

Il calendario degli incontri si infittisce. E questo è un fatto. Fatto da cui si può ricavare l’impressione che il negoziato stia accelerando. Ma quali possano essere i punti di caduta relativi ai problemi principali, a partire dal salario, è cosa ancora non solo ignota, ma difficile da immaginare. A oggi, giovedì 20 ottobre, può essere così descritta, in sintesi, la situazione in cui si trova la trattativa per il nuovo contratto dei metalmeccanici. Ma andiamo con ordine, per spiegare innanzitutto in cosa consista l’accelerazione di cui stiamo parlando.

Per stamattina era convocato a Roma, presso la sede nazionale della Confindustria, quello che un osservatore distratto avrebbe potuto facilmente catalogare come l’ennesimo incontro di questa lunghissima trattativa. Ora che la trattativa sia lunga, è vero. E a sottolinearlo è stato, a fine incontro, Rocco Palombella, segretario generale della Uilm-Uil. Il quale ha ricordato che siamo ormai vicini al primo compleanno di questo interminabile negoziato. Infatti, il primo incontro, quello in cui i sindacati presentarono alle associazioni imprenditoriali le proprie piattaforme rivendicative (una di Fim e Uilm, l’altra della sola Fiom), si svolse, sempre in Confindustria, il 5 novembre del 2015. Ma non è vero che quello odierno fosse, genericamente, l’ennesimo incontro. Al contrario, era un appuntamento che aveva una sua caratteristica precisa.

Nel primo appuntamento del dopo-ferie, il 28 settembre scorso, Federmeccanica e Assistal hanno presentato alle folte delegazioni sindacali una nuova proposta relativa al salario. Una mossa di per sé importante, visto che la precedente contropiattaforma imprenditoriale, quella presentata il 22 dicembre dell’anno scorso, era stata allora accolta dal fermo dissenso dei tre sindacati.

Dopo la prima fase del negoziato, quella in cui le parti avevano argomentato le proprie, diverse, posizioni, con l’inizio del 2016 il negoziato era entrato in una seconda fase, in cui i confronti in riunione plenaria, ovvero a delegazioni piene, avevano lasciato il posto a una serie di approfondimenti tecnici, a delegazioni ristrette. Approfondimenti volti ad esaminare in lungo e in largo le opposte piattaforme, e ciò per tentare di valorizzare tutti i punti di possibile accordo, circoscrivendo e isolando quelli di perdurante dissenso. Ma alla fine di tanto lavoro, quando era ormai sbocciata la primavera, il negoziato aveva finito per inaridirsi. Il macigno costituito dalla proposta salariale delle imprese non era stato aggirato e appariva, anzi, insormontabile. A quel punto, un negoziato sempre più stanco aveva lasciato il posto all’insorgere di un classico conflitto contrattuale: scioperi, blocco degli straordinari, blocco delle flessibilità. E si è andati avanti così fino al sopraggiungere dell’estate.

Il 28 settembre, Federmeccanica e Assistal hanno sgombrato dal tavolo quella proposta su cui il negoziato era rimasto a lungo inchiodato. Si è aperta dunque una nuova fase della trattativa che, già al suo secondo incontro, quello del 12 ottobre, ha consentito alle parti di imboccare un percorso, almeno apparentemente, simile a quello della seconda fase sopra descritta. Basta con gli incontri in plenaria e fissazione di un calendario costruito su una sapiente alternanza di incontri in sede tecnica, volti alla stesura di testi o comunque all’individuazione di soluzioni possibili sui diversi problemi del negoziato, e di incontri sempre in ristretta, ma di natura decisionale, aventi ad oggetto i medesimi problemi via, via esaminati.

Ebbene, la prima notizia di oggi – che, guardando le facce dei protagonisti a fine riunione, sembra aver lasciato tutti soddisfatti – è che il metodo scelto sta funzionando. Dopo il primo incontro “tecnico”, quello del 14 ottobre, oggi le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm, e i vertici di Federmeccanica e Assistal hanno esaminato i testi relativi a quattro punti del futuro, auspicato, contratto.

I primi tre punti sono questi: congedi parentali, permessi relativi a cause particolari e ferie dei lavoratori stranieri. Di particolare rilievo il quarto punto, quello relativo a previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa. Nella strategia, ribadita anche oggi, di Federmeccanica, sono infatti questi i veicoli che dovrebbero consentire alle imprese di offrire ai propri dipendenti dei vantaggi tanto più tangibili ed efficaci, in quanto non destinati ad essere falcidiati dal cuneo fiscale, come accade invece per gli aumenti salariali definiti a livello nazionale.

Su questi quattro punti contrattuali, che all’occhio di un profano sembrano cinque, sarebbero state dunque raggiunte intese di massima relative, secondo Marco Bentivogli (Fim-Cisl), almeno al 90% delle relative problematiche. Anche se, ha avvertito più d’uno dei protagonisti dell’incontro odierno, “tutto si tiene”. Il che significa, in primo luogo, che l’accordo su ogni singolo punto è naturalmente subordinato alla possibilità di raggiungere un’intesa totale; e, in secondo luogo, che solo alla luce dell’intesa definitiva possono essere valutati gli equilibri generali nel cui ambito ogni dettaglio del possibile accordo finale verrà definito in via conclusiva.

La seconda notizia, cui si è accennato nell’apertura di questo articolo, è forse anche più importante della prima, benché sia ad essa intimamente legata: ed è quella relativa all’infittirsi delle date contemplate dal nuovo calendario del negoziato. Il 12 ottobre erano stati fissati cinque appuntamenti, di cui due di natura “tecnica” (14 e 26 ottobre), e due di natura “politica” (20 e 27 ottobre), più un quinto (3 novembre) volto a valutare il punto raggiunto dal negoziato e le sue prospettive.

Oggi questo calendario è stato in parte rivisto e in parte arricchito di nuove date. Gli appuntamenti tecnici in programma, a questo punto, sono saliti a tre: 26 e 27 ottobre, più il 10 novembre. Tre anche gli appuntamenti, sempre in ristretta, ma di livello politico: 3, 8 e 11 novembre.

Per bocca del suo direttore generale, Stefano Franchi, Federmeccanica ha rivendicato a sé il merito di questo irrobustimento del calendario. “La vera accelerazione del negoziato – ha detto al termine dell’incontro odierno – è quella che gli abbiamo impresso noi presentando il 28 settembre la nostra nuova proposta.”

“Cominciamo a definire i primi testi, e abbiamo davanti a noi altri sei incontri in meno di tre settimane”, sottolinea Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, che attribuisce questi primi risultati al fatto che adesso si sta negoziando con uno “spirito diverso” da quello dei mesi scorsi. Anche se Bentivogli stesso sottolinea che problemi quali quello del salario e quello dell’inquadramento “sono ancora tutti da risolvere”.

Sorridente, ma cauto, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che valuta positivamente la possibilità, offerta dal nuovo calendario, di “verificare fino in fondo la volontà di fare il contratto”. Tuttavia lo stesso Landini osserva che sia per ciò che riguarda il salario, sia per ciò che riguarda il rapporto fra contratto nazionale e contrattazione di secondo livello, le proposte avanzate da Federmeccanica e Assistal il 28 settembre sono lontane dalle richieste sindacali. Per Landini, le organizzazioni imprenditoriali devono dunque “cambiare posizione su un paio di questioni decisive”. Franchi, invece, ha detto che, per Federmeccanica, i “margini di manovra” sono “ridottissimi”.

“Per dare un epilogo positivo a questa vicenda contrattuale – ha chiosato Palombella – ce la stiamo mettendo tutta.” Insomma, la volontà di fare il contratto sembra esserci per davvero, e da parte di tutti. Ma la parte più difficile del negoziato, adesso che un negoziato vero è stato avviato, deve ancora essere affrontata.

Roma, 24 ottobre
Ufficio Stampa Uilm