L’articolo di Antonello Di Mario
L’editoriale di “Fabbrica Società” il giornale della Uilm che sarà on line sabato 28 maggio
Novità in tema di relazioni sindacali dall’assemblea di Confindustria.
Boccia e la contrattazione
Il nuovo presidente degli industriali, Vincenzo Boccia, ha spinto sulla necessità di rafforzare la contrattazione integrativa. E’ sempre stato un obiettivo dei sindacati legare il salario alla produttività. Lo stesso presidente ha spiegato che Confindustria non interferirà con i rinnovi contrattuali aperti, perché dovranno trovare risoluzione nel quadro delle vecchie regole. Un’esortazione anch’essa condivisibile dai sindacati che, come dimostra la vicenda dei metalmeccanici, si stanno impegnando da mesi (finora invano) a fare il contratto seguendo questi canoni.
Storchi ed il modello Federmeccanica
Le parole di Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, anche lui presente all’assemblea, hanno, però, rafforzato il senso di stallo in cui si trova la vicenda contrattuale. Il leader degli imprenditori metalmeccanici ha fatto ancora una volta sapere che, finite le manifestazioni sindacali, sarà possibile trovare una soluzione mediana pur mantenendo intatto l’impianto tracciato dalla piattaforma di Federmeccanica. Ma i sindacati rifiutano proprio quel modello contrattuale, al punto d’aver proclamato gli scioperi.
Il rischio della spirale
Quindi, se continua questo braccio di ferro, oltre a quello dei metalmeccanici, sarà impossibile fare altri contratti e anche riprendere il confronto delle parti sociali, in sede confederale, sulla riforma contrattuale. Il problema è che questa questione, così come stanno le cose, rischia di infilarsi in una spirale. Nella seconda metà di giugno, quando termineranno le mobilitazioni nel settore specifico, sarà possibile comprendere meglio la piega che prenderanno gli eventi.
Calenda e la politica industriale
All’Assemblea di Confindustria ha parlato pure Carlo Calenda, il nuovo ministro dello Sviluppo economico, che ha tenuto a mettere in evidenza quali saranno le direttrici della politica industriale del Paese: innovazione, internazionalizzazione e crescita delle imprese. Scelte anch’esse condivisibili!
L’Italia cresce poco
Ma occorre tener presente che il saldo degli investimenti esteri in Italia è sceso da quasi 13 miliardi di euro del 2014 ai circa due miliardi e mezzo del 2015, mentre per l’anno in corso non si intravedono segnali di recupero. Inoltre, nell’ultimo trimestre la crescita dell’Italia è stata dello 0,3%, mentre l’Eurozona si è sviluppata dello 0,5% (con le punte dello 0,7% della Germania e dello 0,8% della Spagna. Quindi, per non essere più il fanalino di coda in Europa dobbiamo aumentare gli investimenti e i consumi interni, senza poter più contare sulle esportazioni che finora ci hanno aiutato.
Prodi e i metalmeccanici tedeschi
“Sotto questo aspetto –ricorda l’ex premier Romano Prodi- dopo anni di politica volta solo a crescere l’attivo della bilancia commerciale, i tedeschi sembrano finalmente cambiare direzione, almeno parzialmente. Il nuovo contratto dei metalmeccanici del Nordrhein-Westfalen (il più importante della Germania) prevede infatti un aumento dei salari del 4,5% in due anni. Non è una rivoluzione,ma almeno un messaggio di incoraggiamento ai consumi che dovrebbe aiutare un poco la crescita di tutta l’Eurozona”.
Far riprendere i consumi
Quindi, oltre alle politiche dell’industria, un serio contributo può venire dall’epilogo positivo delle vicende metalmeccaniche. Fare il contratto servirebbe a dare respiro alla ripresa dei consumi nazionali, ma anche a riaprire un circuito virtuoso delle buone relazioni sindacali.
Un risultato a favore della crescita che ci può evitare ogni sorta di spirale.
Ufficio Stampa UIlm
Roma, 27 maggio 2016