Beko, Ficco (Uilm): “Lotteremo per il ritiro del piano che segna l’inizio della deindustrializzazione”

 

“Dinanzi a un piano devastante come quello che ha presentato Beko, chiediamo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di esercitare immediatamente la golden power. Per la portata e le motivazioni addotte ci troviamo dinanzi a un piano non solo socialmente inaccettabile, ma industrialmente inaudito, che rischia di segnare l’inizio di un processo di de-industrializzazione”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestico.

“Il piano presentato oggi da Beko al Ministero delle Imprese e del Made in Italy – prosegue Ficco – prevede la chiusura di due fabbriche, quella di Comunanza e di Siena, la pesante ristrutturazione di una terza, Cassinetta, e la dichiarazione di esuberi per tutte le fabbriche e gli uffici italiani, per un totale di quasi duemila esuberi su circa quattromila quattrocento dipendenti. Perfino nei settori che restano, come la cottura, gli investimenti a lungo termine appaiono insufficienti a un effettivo rilancio”.

“Per la portata e le motivazioni addotte, ci troviamo dinanzi – spiega Ficco – a quello che potrebbe essere il tragico inizio di un processo di deindustrializzazione europeo e più specificamente italiano, un processo che nell’immediato va contrastato con l’esercizio della golden power e poi va invertito con azioni urgenti e incisive che restituiscano competitività alla manifattura. L’illusione del mini boom post covid è finita e la realtà sta emergendo con tutta la sua drammatica evidenza. Come sindacato lotteremo con tutte le nostre forze per cercare di ottenere un ritiro del piano di Beko e un intervento deciso del Governo. Già da domani inizieremo azioni di lotta in tutti gli stabilimenti italiani per tornare il 10 dicembre al MIMIT con un messaggio inequivocabile: i lavoratori chiedono il ritiro di un piano inaccettabile”.

Ufficio Stampa UILM